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Carnap, Rudolf.

Filosofo tedesco naturalizzato americano. Già professore all'università di Vienna (dal 1926) e di Praga (dal 1931), poco dopo l'avvento del Nazismo si trasferì negli Stati Uniti. Docente dal 1936 all'università di Chicago, nel 1954 passò in quella della California. Tra i massimi rappresentanti del Neopositivismo o Positivismo logico, fu tra gli animatori del "Circolo di Vienna" e dal 1930 al 1938 diresse la rivista "Erkenntnis" insieme con H. Reichenbach. Il suo La costruzione logica del mondo (1928) è uno dei testi più importanti del primo neopositivismo. In esso C. riprende il tema del dato di fatto come unica conoscenza. Tale dato di fatto viene indicato come immediato dato vissuto, privo di qualsiasi elaborazione. Tuttavia, il dato vissuto deve essere assunto per mezzo delle relazioni fondamentali di connessione che sono offerte dal discorso logico-razionale. La scienza rappresenta lo studio delle relazioni logiche come relazioni fondamentali di struttura. È per questa ragione che la scienza supera ogni posizione personalistica e soggettivistica e acquista il valore di verità intersoggettiva. Il linguaggio scientifico, come linguaggio strutturale, è perfetto solo qualora costituisca un sistema deduttivo fondato su principi fondamentali. In tal caso il linguaggio scientifico è unitario e valevole per tutte le scienze, e consente alle scienze di costruire razionalmente il mondo e verificare le proprie proposizioni. Il valore dei risultati scientifici è dato inoltre dal superamento di ogni punto di vista soggettivo e quindi anche di ogni visione filosofica del mondo. Infatti, ciò che è soggettivo si esprime essenzialmente attraverso pseudo-proposizioni che indicano pseudo-problemi (e tali sono i problemi della filosofia e della metafisica), mentre ciò che è intersoggettivo si esprime per mezzo di un linguaggio formalizzato, verificabile. Sottolineando il valore della nuova logica, C. afferma che ogni tesi scientifica "deve potersi fondare razionalmente" per quanto gli atteggiamenti fondamentali non siano fondati sulla riflessione intellettualistica, "ma sono condizionati dal sentimento, dall'impulso, dalla disposizione, dalle circostanze della vita". Nell'elaborazione condotta attraverso opere successive, in particolare Sintassi logica del linguaggio (1934) e Fondamenti logici della probabilità (1950), C. giunge a risolvere il problema della scienza nella costruzione di molteplici linguaggi sintattici dipendenti da un principio di convenzionalità. Pertanto, limitando la funzione della filosofia a quella puramente conoscitiva, la riduce a pura analisi del linguaggio, ossia a un insieme di parole legate tra loro da determinate regole convenzionali che ne costituiscono la sintassi. Tra le altre sue opere: Filosofia e sintassi logica (1935), Introduzione alla semantica (1942), Significato e necessità (1947), La logica struttura del mondo, pseudo-problemi in filosofia (1967) (Wuppertal 1891 - Santa Monica, California 1970).